Ribloggato da CARTESENSIBILI:
jamie haiden
Si parla di ecologia ambientale:
io dico che la lingua fa parte dell’ambiente. La lingua abita noi e noi abitiamo la lingua. La nostra attenzione non può soltanto illuminarsi e concentrarsi su plastiche, petrolio, cementi ma anche su quanto il nostro pensare dire scrivere subisca inquinamento in ogni attimo della giornata. Quanto si svilisca depotenziando la nostra capacità lessicale, la nostra ricerca espressiva, la nostra profondità esistenziale e, perché no, anche il piacere e la pratica sapiente della scrittura manuale.
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Rallentiamo se è possibile... la lentezza è difficile da realizzare concretamente. Quotidianamente corriamo affannati dietro a milioni di stimoli che ci lasciano comunque insoddisfatti, la superficialità e precarietà ormai la fanno da padrone, ed allora ci imbottiamo di pillole antistress, ginnastica yoga e pilates, cibi macrobiotici e ipocalorici, ci sentiamo dei novelli profeti quando riusciamo a comprare verdura a chilometro zero, anziché in bustine confezionate e precotte. Occorre fare qualcosa , agire, ciascuno come può , o come sa, per uscire da questo circuito vizioso . Concordo nella necessità di dare importanza alle parole, perché possano riappropriarsi di significato, perché i concetti non siano più "strapazzati, e possano esprimere, invece, profondità e leggerezza.
Paola Chirico
Trainer Formazione HR
io dico che la lingua fa parte dell’ambiente. La lingua abita noi e noi abitiamo la lingua. La nostra attenzione non può soltanto illuminarsi e concentrarsi su plastiche, petrolio, cementi ma anche su quanto il nostro pensare dire scrivere subisca inquinamento in ogni attimo della giornata. Quanto si svilisca depotenziando la nostra capacità lessicale, la nostra ricerca espressiva, la nostra profondità esistenziale e, perché no, anche il piacere e la pratica sapiente della scrittura manuale.