H. Ibsen... simbolo del femminismo nascente!
"Nessuno che impari a pensare può tornare ad obbedire come faceva prima, non per spirito ribelle, ma per l'abitudine ormai acquisita di mettere in dubbio ed esaminare ogni cosa" (Hannah Arendt)
Perché Ibsen? E perché " Casa di bambola?"... Semplicemente perché si tratta della storia di una donna e dei temi a lei legati come, la libertà, le scelte, l'identità e la ricerca di sé, ma soprattutto del ruolo delle donne nella società di ieri e di oggi e del loro rapporto con la figura maschile.
Personalmente non mi è mai piaciuta la figura femminile troppo devota all'uomo (e Nora, la protagonista del dramma ibseniano, lo era!), quella che si appiattisce sulla sua ombra, e appare quasi soggiogata... Ci sono, purtroppo, ancora delle donne che, per mancanza di consapevolezza, scelgono un ruolo "ancillare", pur non essendone completamente convinte tanto da sacrificare la propria vita in nome di "certezze" cui non sanno rinunciare... ma qualcuna, o forse, gran parte di esse, per fortuna oggi riesce a liberarsene!.
Quando il dramma di Ibsen viene rappresentato per la prima volta nel 1879, suscita scandalo e polemica ovunque, proprio per la sua lettura, come di un femminismo estremo, tanto che in Germania, Ibsen fu costretto a trovargli un nuovo finale perché la protagonista/attrice si rifiutava di impersonare una madre da lei ritenuta "snaturata".
Ma se tutto questo ha fatto di "Casa di bambola"il dramma, forse, più noto di Henrik Ibsen (1828-1906), che scrisse in Italia ispirandosi a una vicenda reale, non per questo lo relega in un passato ottocentesco... anzi, ancora oggi, può essere considerato d'avanguardia per come parla della donna e la renda "persona", ancor prima di essere femmina, moglie e madre.
Il dramma, comunque, al di là di ogni contenuto polemico, rimane di una grande complessità moderna perchè abitata da personaggi capaci di parlare ancora a noi contemporanei!.
Ma veniamo ora alla storia di Nora per comprendere il suo femminismo nascente e il suo insopprimibile